SONNILOQUIO - Romanzo onirico

Salvatore e Fiorella trascorrono un felice e spensierato periodo dell’adolescenza in una deliziosa casetta azzurra sotto il faro rosso amaranto di un’incantevole baia. Lontani dal mondo, la loro esistenza si svolge serenamente in famiglia e con il mare. L’imprevisto arrivo di un giovane maestro, inviato dal Governo per eliminare le ultime sacche di analfabetismo, contribuisce ad alimentare l’armonia della vita familiare. “La nostra è una vita semplice, non siamo per niente interessati alle idee di chi non avendo nulla da fare si complica la vita con strani pensieri”, afferma il padre di Salvatore, “la sola verità che conosciamo è la volontà di Dio”. Nasce un forte sentimento tra Salvatore e Fiorella, inespresso e mantenuto segretamente nei loro cuori. Un lungo sonniloquio di Salvatore, ascoltato da un vecchio lupo di mare, e che un pescatore di San Felice Circeo affabulò in riva al mare la sera di Ferragosto, rivela i sentimenti del giovane che in sogno ha un’onirica conversazione col mare e coi suoi nonni. “Che bella novità! Non ti hanno mai detto che poeti e scrittori hanno celebrato mirabilmente il canto del mare? Ebbene, se canto, posso innanzitutto parlare”. Ma, l’eterogenesi dei fini, sempre in agguato per sconvolgere i progetti di vita, spezza le loro esistenze. Ingiustizie, malvagità, guerra, nequizia dei tempi, violenza mafiosa, incontrollabili pulsioni sessuali di alcuni familiari travolgono la serenità dei protagonisti del romanzo.

LIRINIA, LA CITTA' TRADITA!

INCIPIT

L'ORIGINE DELLA CITTA' INTERCOMUNALE.

Non accontentarti dell'orizzonte. Cerca l'infinito”. Negli anni della mia adolescenza, non conoscevo ancora il pensiero di Jim Morrison, ma solevo spesso guardare le montagne che si stagliano ai confini della mia bella Isola del Liri, per immaginare la realtà esistente dietro le cime, oltre l’orizzonte. Col tempo, per soddisfare la mia curiosità, cominciai a documentarmi sulla costruzione storica del mio paese, di quelli contigui e del loro sviluppo avvenuto nel corso dei secoli. Erano gli anni in cui infuriava lo sfrenato campanilismo tra Sora e Isola del Liri, alimentato a dismisura dal tifo calcistico, pertanto ero convinto che la frammentazione territoriale sussistesse dalla notte dei tempi!

Soltanto col passar del tempo, compresi le ragioni che mi spingevano frequentemente a salire sul colle di San Sebastiano per osservare dalla Torre di Marica il tridente stradale, che dal piazzale antistante la Chiesa di San Domenico, elevata a Basilica minore in epoca recente, collega Sora ad Isola del Liri. Maturai allora la convinzione che menti lungimiranti avessero già immaginato la pianificazione di una grande città, prima dell’autonomia istituzionale conseguita nel 1869 da Isola del Liri (già Isola di Sora) con l’Unità d’Italia.Eletto consigliere comunale di Isola del Liri, in occasione della discussione sulla revisione del Piano regolatore generale, ebbi finalmente l’occasione per proporre almeno il primo passo per la riunificazione delle due entità comunali mediante l’adozione di un Piano Regolatore Intercomunale, previsto dall’art. 12 della Legge Urbanistica n. 1150 del 1942, che così recita: “Quando per le caratteristiche di sviluppo degli aggregati edilizi di due o più Comuni contermini si riconosca opportuno il coordinamento delle direttive riguardanti l'assetto urbanistico dei Comuni stessi, il Ministro per i lavori pubblici può, a richiesta di una delle Amministrazioni interessate o di propria iniziativa, disporre la formazione di un Piano regolatore intercomunale”.Riporto integralmente la richiesta che il 27 luglio 1981 inviai ai Sindaci di Sora, Isola del Liri, Arpino e Castelliri, e per conoscenza all’assessorato regionale all’urbanistica, sottoscritta anche dal consigliere Domenico Vitale e dal consigliere comunale di Sora, Mario Florio, perché costituisce l’atto d’impulso della trentennale battaglia per LIRINIA.:“Poiché negli anni ‘70 non è stata realizzato il tanto conclamato decollo dell’agglomerato Sora – Isola del Liri – Castelliri, marginalizzato da fattori ambientali e dalla mancata attuazione dei collegamenti con le grandi vie di comunicazione e di interscambio, si è determinata una sacca di depressione anche dove era già esistente una secolare fervente attività commerciale, industriale e culturale.

Nel decennio precedente, insomma, non si è operato per modificare globalmente il sistema con una programmazione impegnativa delle capacità e delle competenze, perché non sono state utilizzate tutte le risorse e le disponibilità umane, tecniche, finanziarie e ambientali, nel quadro di una visione d’insieme del territorio provinciale, ma si è attuato un uso distorto dei meccanismi di incentivazione...

LA RIVOLUZIONE INFRANTA DI QUEL 1993

INCIPIT

“C’è necessità di una città vivibile e ospitale. Ma ciò che è più importante è il ritrovare quel senso di appartenenza e di amore per il posto in cui si vive che fu la vera RIVOLUZIONE DI QUEL 1993: il mettersi in gioco in prima persona, quello stare insieme al di fuori delle appartenenze, perché non ci si può nascondere dietro una disaffezione per la politica e giustificare il disimpegno. Potremo costruire la città più bella del mondo, ma se dentro quella città abitassero cittadini incolti, racchiusi nelle proprie case e non avessero rispetto per la propria storia, e non fossero solidali e partecipi del progredire, sarebbe una bella città senz’anima”.

Il brano, tratto dalla lettera di Luciano Duro, pubblicata quando era vicesindaco dell’amministrazione di centrosinistra presieduta dal mio successore Vincenzo Quadrini, fornisce il titolo a questo secondo numero dei ‘Nuovi Quaderni di Isola del Liri’, che ripercorre le locali vicende politiche e amministrative dal 1993 al 1999. Un’avvincente storia che appassionò la popolazione lirina, e che rappresenta lo spartiacque tra il passato ed il futuro della Città delle Cascate".

IL CONCERTO SOTTO IL MURO - RECENSIONE DELL'AVVOCATO GIACINTO MISSERVILLE

Il romanzo ‘IL CONCERTO SOTTO IL MURO’ di Bruno Magliocchetti è splendido! Sia per com’è scritto sia per il contenuto. Soprattutto per me che ho assaporato nella giovinezza la realtà nella quale i fatti descritti si svolgono in tutta la loro crudezza.

Nelle mie saltuarie visite nella Germania dell’est (Berlino) ho incontrato tante persone che come Ellen soffrivano pene indicibili per la mancanza di libertà, annientate da una ideologia che oscurava non solo l’anima ma tutto il corpo.

I personaggi del romanzo, che sembrano tutti veri, si muovono in un vorticoso andirivieni, coazioni, fuga nell’assoluto più innaturale.

La famiglia dell’avvocato Mario Vici è intrisa di contraddizioni che si alternano tra il male assoluto e il male subdolo, prevalente nella vita di ogni giorno nella bella casa dei Parioli a Roma. Il tutto permeato da una eticità di comportamento, che rasenta la religiosità di Eleonora, moglie di Mario e madre di Corrado e Marcello, e una latente impudicizia, sensualità, dissolutezza di Mario e di Corrado, nonché la perversa personalità della domestica filippina e le violenze subite da Annuccia con il conseguente suicidio.

Ma quello che contraddistingue il libro è rappresentato dalla copiosa citazione di notissimi personaggi (grazie alla forte cultura dell’autore) che accompagnano le vicende dei diversi personaggi, alternandosi nei racconti ed inserendo giudizi di merito sul patologico estremismo politico di Corrado, sulla fuga dall’Italia di Marcello, sull’orgoglio malato di un padre di assoluta “crudeltà”.

La famiglia sembrerebbe ricomporsi attorno alla figura di Ellen, giunta a Roma dopo una rocambolesca fuga da Berlino est, e alla sua musica, ma alcuni eventi ne minano la nascente armonia, come l’incidente occorso a Corrado e la sua conseguente degenza, i sintomi di una malattia più grave di Marcello e la solitudine di Eleonora e Mario. Ma sullo sfondo si staglia sempre la figura di Ellen, il cui percorso di vita è dominato dai ricordi delle sofferenze subite e dal quel muro, che costituiva la vergogna del male assoluto.

L’apoteosi del ‘CONCERTO SOTTO IL MURO’, proprio nel luogo dove Ellen aveva conquistato la libertà, sarebbe stato l’epilogo straordinario della sua carriera di grande concertista, se non fosse intervenuta la morte improvvisa di Marcello, che d’un tratto fece sprofondare nell’abisso ogni speranza di vita.

Per tornare al volume ‘IL CONCERTO SOTTO IL MURO’ va sottolineato il fatto che l’autore ha saputo svolgere il racconto in modo magistrale, per giunta in un italiano perfetto e scorrevole, ed esprimo l’augurio che egli voglia proseguire nella stesura di altri numerosi libri.

Per inciso, tutta la storia contenuta nel ‘CONCERTO SOTTO IL MURO’ risente molto del volume ‘L’ANGOLO AZZURRO PRIMA DEL CIELO’ maturato nel dolore di una madre e di un padre che vogliono ricongiungersi col figlio come in un sogno ideale. Ed è Piergiorgio che lo propone al termine del libro, in un esaltante volo di fantasia.

“LA METAFORA DELLE ASSI INCROCIATE”
IL NUOVO LIBRO DI BRUNO MAGLIOCCHETTI

RECENSIONE DI LUCIANO DURO

Il titolo dell'opera letteraria di Bruno mi porta a pensare alla sua profonda spiritualità e religiosa devozione: la croce è strumento di tortura ed esecuzione capitale, formata da un' asse verticale  ed una orizzontale più corta  sulle quali venivano inchiodati  le mani ed i  piedi del condannato, che  moriva dopo lunghe ed atroci sofferenze. Così avvenne il martirio ed il supplizio di Gesù Cristo.  La croce  rappresenta il sacrificio e la redenzione, il simbolo della fede nella dottrina cristiana.  George Sole, valente sassofonista italo americano, il protagonista della storia, porta la propria croce, con sofferenza,  preoccupazioni e dolori, la percorre, come una metaforica strada, per intero dall'asse verticale a quello orizzontale nella ricerca di un equilibrio che troverà solo  nel punto centrale dove le due assi si incrociano. Una coraggiosa analogia mi porta a pensare a John Coltrane ed al suo capolavoro  “A Love Supreme”,  un album spirituale, una preghiera dall'intensità profonda e dalla fortissima ispirazione, Coltrane  in quell'opera percorre, attraverso i tasti del sax ed il suo

“LA METAFORA DELLE ASSI INCROCIATE”
IL NUOVO LIBRO DI BRUNO MAGLIOCCHETTI

RECENSIONE DI LUCIANO DURO

Il titolo dell'opera letteraria di Bruno mi porta a pensare alla sua profonda spiritualità e religiosa devozione: la croce è strumento di tortura ed esecuzione capitale, formata da un' asse verticale ed una orizzontale più corta sulle quali venivano inchiodati le mani ed i piedi del condannato, che moriva dopo lunghe ed atroci sofferenze. Così avvenne il martirio ed il supplizio di Gesù Cristo. La croce rappresenta il sacrificio e la redenzione, il simbolo della fede nella dottrina cristiana. George Sole, valente sassofonista italo americano, il protagonista della storia, porta la propria croce, con sofferenza, preoccupazioni e dolori, la percorre, come una metaforica strada, per intero dall'asse verticale a quello orizzontale nella ricerca di un equilibrio che troverà solo nel punto centrale dove le due assi si incrociano. Una coraggiosa analogia mi porta a pensare a John Coltrane ed al suo capolavoro “A Love Supreme”, un album spirituale, una preghiera dall'intensità profonda e dalla fortissima ispirazione, Coltrane in quell'opera percorre, attraverso i tasti del sax ed il suo "jazz modale”, il faticoso tragitto delle assi incrociate. Lo stesso George Sole, sebbene educato in un convento gesuita, non è un bigotto moralista, suona nei suoi concerti una sorta di strumentale ed evoluto gospel, alla ricerca di un amore che contempli spiritualità e piacere. Bruno è un appassionato cultore della musica jazz, lui stesso suona il sax, nel fluire del racconto, cita locali, musicisti e brani che hanno segnato la storia della musica afro-americana, la sua competenza è chiara allorchè descrive il brano “So What?” che l'amico Louis invita George a suonare: “... Come ben sai, è il brano con il quale Miles Davis e John Coltrane , superando le rigide regole tonali, hanno aperto la porta al jazz modale. La successione armonica è ridotta soltanto a due accordi, distanziati da un semitono. In questo modo, l'improvvisazione solistica è libera di svilupparsi melodicamente anche per molte ore consecutive, usando scale modali abbinate ai due accordi del brano” . Non saprei se Bruno abbia scritto questo libro con il pensiero rivolto a New Orleans, che abbiamo visitato in occasione del gemellaggio del 1997. Certo è che i richiami sono fortemente presenti: Buddy Bolden, attraverso l'anello che Vic dona a George, un magico amuleto che guida il protagonista nelle sue vicende, la segregazione razziale, il sassofonista che suona sulle rive del Mississippi in prossimità della cattedrale di St. Louis, i riti della religione voodoo, la comunità italo- americana e la sua problematica integrazione, il Mardi Gras, il pittoresco carnevale. Ma il libro ha anche una valenza storica , parla del jazz e delle sue origini, della Beat generation, con richiami alla guerra del Vietnam ed al movimento pacifista, alla comunità Hippy, i figli dei fiori, American way of life, ... Poi storie che si intrecciano in un affresco a volte dai toni scuri: le brutali sevizie e il plagio di Maria, la protagonista femminile della storia, l'assassinio di una donna in un postribolo, camuffato da hotel ,che mi ricorda uno dei capolavori della storia del cinema di Alfred Hitchcock “La finestra sul cortile”, il vizio e la droga. I personaggi che si muovono nell'intera vicenda, alcuni sono persi nella loro follia, altri, Maria, Julie, Ava, Louis, Claude, Massimo Deli... tutti presi dalla fatica del vivere, ognuno alla ricerca di un equilibrio, nel punto centrale delle assi incrociate.Toccante e la parte finale in cui Maria, menomata nel corpo, costretta su una sedia a rotelle, si fa condurre dal ritrovato George sulla riva del fiume dove da bambina amava danzare, il suono del sax è un invito alla danza, quel corpo così mortificato lo impedisce, ma poco importa, è l'anima, ormai priva di ogni condizionamento del passato, che si libera e danza, in un autunno che mostra i suoi stupendi colori e si prepara all'inverno.

LUCIANO DURO

"Sonniloquio" - Romanzo onirico. La mia "ultima" fatica. Da ultimare lentamente per scaramanzia.

Ultimi commenti

11.09 | 09:59

Sembrano disinteressati ma se sollecitati e soprattutto responsabilizzati danno il meglio di loro

11.09 | 09:58

Caro senatore, oggi individuare ‘giovani di centrodestra’ è difficile! I ragazzi sono figli del loro tempo (questo) e non piace loro essere classificati o incasellati! Secondo me vanno solo stimolati

11.09 | 09:12

Caro Maurizio, senza la partecipazione dei giovani, specie quelli di centrodestra, la mia proposta rischia di diventare un "discorso ai sordi".

10.09 | 08:37

Finalità condivisibili! Occorre l’impegno di molti e sicuramente vanno coinvolti i giovani intorno a progetto di più ampio respiro e ambizioso!

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